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Il Calendario e la Chiesa

Il problema del calendario è  sempre stato particolarmente importante e sentito anche ai fini della determinazione delle festività sia religiose che civili. I Calendari possono essere basati sull'osservazione del ciclo solare, lunare o ambedue. Quelli attualmente in uso sono prevalentemente solari.

Nel periodo in cui comincia a diffondersi il Cristianesimo nell'Impero Romano era in vigore il Calendario Giuliano. Giulio Cesare aveva sentito la necessità di una riforma del Calendario romano (prevalentemente solare) precedentemente in uso nel quale si erano accumulati nel tempo errori addirittura di mesi. Per cui nell'anno 46 a.C.  promulgò una riforma basata scientificamente sui calcoli dell'astronomo Sosigene. In base a tale riforma l'anno in corso fu prolungato a 445 giorni al fine di correggere gli errori precedenti mentre i successivi anni venivano fissati in 365 giorni ciascuno con l'intercalarsi di un anno bisestile di 366 giorni ogni 4 anni (febbraio diventava di 29 giorni). Già allora il  1° giorno dell'anno era il 1° gennaio ,data in cui prendevano possesso della loro carica i consoli ,mentre precedentemente a Roma l'inizio dell'anno cadeva di solito a marzo. La numerazione degli  anni aveva anch'essa a che fare con il potere dei consoli a Roma ;altrove venivano contati gli anni di regno del sovrano e solo in rari casi si affermarono conteggi più prolungati: in Grecia per esempio l'era delle Olimpiadi mentre a Roma era discretamente in uso contare ponendo come anno 1 quello della fondazione di Roma.

Le persecuzioni di Diocleziano ebbero un  impatto  nella Cristianità, all'epoca discretamente diffusasi nell'Impero, tale da aversi una discreta affermazione nella numerazione a partire dall'anno in cui Diocleziano divenne imperatore (284 d.C.) detto Anno dei Martiri . In questo Calendario ,tuttora in uso nella Chiesa Copta, il 1° giorno dell'anno è il 29 agosto ed è nel complesso un calendario giuliano essendo costituito da 365 giorni per 3 anni cui segue un anno di 366 giorni.

Nel 525 un monaco scita, Dionigi il Piccolo, propose di cominciare la numerazione cominciando dalla data della nascita del Signore (anno 1) che erroneamente pose nel 753 ab Urbe condita  (successivi calcoli hanno stabilito invece che Gesù è  nato nel 7 o nel 6 a.C. e sarebbe morto non nel 33 ma probabilmente nel 30 d.C.).  Questa Era Cristiana  per un certo periodo ( e piuttosto a lungo nell'area bizantina , fino al 1700 in Russia) convisse con quella  che poneva l'anno 1 nel  5508 a.C. ,data della creazione del mondo (peraltro con un computo diverso da quello usato nell'attuale calendario ebraico che fissa tale data nel 3761 a.C.) ma finì infine per imporsi  in tutto il mondo cristiano e uniformare la marea di numerazione allora in uso.

In tutti i casi però l'anno giuliano, indipendentemente dalla data di inizio della numerazione o dalla determinazione del primo giorno dell'anno, presentava un problema :è impreciso nel senso che dà troppi anni bisestili (3 in più ogni 385 anni) in quanto l'anno solare in realtà non è di 365 giorni e 6 ore ma di 365 giorni, 5 ore,48 minuti ..., e ciò non è un fatto secondario tanto più nel mondo cristiano in cui la data della Pasqua è variabile in relazione ad eventi astronomici. Perciò Papa Gregorio XIII in base agli  studi di Lilio e di Clavius introdusse quello che verrà chiamato Calendario Gregoriano. L'indomani di mercoledì 4 ottobre 1582 fu giovedì 15 ottobre 1582 in modo da recuperare i 10 giorni accumulatisi tramite il calendario giuliano da quanto all'epoca di Dionigi il Piccolo era invalso l'uso della numerazione dell'era cristiana. Inoltre veniva introdotta la regola per cui l'anno bisestile anzichè essere semplicemente ogni 4 anni sarebbe stato ogni quarto anno in cui le ultime due cifre dell'anno erano divisibili per 4 e però se l'anno in questione era un anno di fine secolo questo doveva essere divisibile anche per 400 (per es. il 1900 non è stato bisestile in quanto anche se divisile per 4 non lo è per 400). Il calendario gregoriano nel giro di un paio d'anni venne adottato in tutti gli stati cattolici mentre dovette attendere negli altri ma alla fine si è praticamente universalmente affermato: nei paesi protestanti venne introdotto solo nel 18° secolo mentre in quelli ortodossi solo nel 20° e peraltro determinando problemi tutt'altro che indifferenti nella Chiesa Ortodossa. Oggi è usato in tutte le Chiese salvo in quella Copta (dove si usa il Calendario Copto) e in quella Assira Vetero-calendarista; nella grande maggioranza delle Chiese Ortodosse si usa il Calendario Gregoriano salvo per la data della determinazione della Pasqua (effettuata con il Calendario Giuliano); però i Patriarcati di Gerusalemme e quello di Serbia nonchè le Chiese Vetero-Calendariste  continuano a usare il Calendario Giuliano.  Anche nei Paesi non cristiani ha finito per affermarsi la numerazione secondo l'era cristiana con il Calendario Gregoriano anche se talora viene contestualmente usata un altro Calendario  (Calendario musulmano, ebraico, etiope-copto ...).

Determinazione della data della Pasqua

Stabilire la data della morte e resurrezione  di Gesù non è facile (per una migliore comprensione consiglio: http://it.wikipedia.org/wiki/Data_di_morte_di_Ges%C3%B9  e  amciteramo-meditazioni ).

I Vangeli con certezza concordano soltanto sul fatto che la  crocifissione sia avvenuta di venerdì e la resurrezione il giorno dopo il sabato (e quindi l’attuale domenica). Dai sinottici si desume che quel venerdì coincide con il giorno della Pasqua Ebraica e cioè il 15 di Nisan mentre da Giovanni coincide con il giorno precedente (14 Nisan) alla Pasqua Ebraica (15 di Nisan) . Per quando riguarda  l’anno si può cercare di desumerlo mettendo  insieme  alcune indicazioni dei Vangeli  (soprattutto Lc 1 ma anche Gv 2,13 ; Gv 6,4; Gv 12, 1; Gv 5,1; Mc2,23 ,Mc6,39 ). In base a tali indicazioni l’anno deve essere compreso tra il 26 e il 36. Mettendo insieme questi dati la gran parte degli studiosi converge sull’ipotesi che Gesù sia stato crocifisso il 15 di Nisan (27 marzo del calendario giuliano, 7 aprile del Calendario gregoriano) del 30.  Altre date teoricamente possibili ma che non godono di largo credito sono : 15 nisan del 31 (venerdì 27 aprile del 31 del Calendario gregoriano), 14 nisan del 33 (venerdì 3 aprile del 33 del Calendario gregoriano).

Sulla base dell'ipotesi più accreditata la Resurrezione avviene quindi il 17 di Nisan secondo il calendario ebraico corrispondente al 29 marzo di quello giuliano allora in uso a Roma, 9 aprile del Calendario gregoriano) .

Considerato che la Pasqua ebraica continuò ad essere festeggiata e veniva a coincidere con i giorni della Morte e Resurrezione di Gesù (fra l'altro non sempre è chiaro se e tutti i Cristiani festeggiassero prevalentemente la Resurezzione o la Passione di Gesù) , in Oriente -anche in relazione alla notevole presenza di Cristiani di origine ebraica- invalse l'uso di iniziare i festeggiamenti della Pasqua  il 14 di Nisan  indipendentemente dal giorno della settimana in cui cadeva tale data nel Calendario giuliano.

Il Calendario ebraico però è di tipo lunare mentre quello giuliano è di tipo solare ; il 17 di Nisan corrispondeva al 29 marzo solo in quell'anno e non negli altri . Inoltre contemporaneamente  si andava diffondendo tra i Cristiani l'uso di considerare come giorno di riposo settimanale il giorno successivo al sabato , giorno in cui Gesù era  risuscitato, che  diventa così il giorno del Signore o Domenica . In Occidente dove era prevalentemente utilizzato il Calendario Giuliano e ad Alessandria dove era utilizzato un Calendario egiziano invalse perciò l'uso di festeggiare la Pasqua la Domenica successiva al 14 di Nisan dell'anno in cui Gesù era morto e risorto, ma tenendo conto del fatto che il Calendario ebraico è di tipo lunare e che la domenica successiva al 14 Nisan è la domenica successiva all'equinozio di Primavera la Festa venne celebrata la Domenica successiva all'equinozio di primavera (che può cadere dal 22 marzo al 25 aprile del calendario solare).

Si ebbero a dire il vero anche altri modi di datare la Pasqua ma a prevalere furono questi due. A prevalere e a scontrarsi!: echi di tali problematiche si hanno già nei primi anni del II secolo ma senza arrivare ai toni aspri dei secoli successivi. San Policarpo ,che venne a Roma intorno al 150 festeggiava la Pasqua secondo l'uso orientale e parla del diverso uso occidentale senza che però ciò fosse causa di problemi  , motivo per cui S.Ireneo (discepolo di S.Policarpo) alla fine dello stesso secolo rimprovererà la scarsa moderazione di Papa  Vittore che nel 190 aveva preteso e ottenuto che tutta la Chiesa si conformasse all'uso romano. In realtà , in particolare ad Antiochia , il metodo quattuordecimano (14 di Nisan) non venne del tutto meno fino a che non venne condannato al Concilio di Nicea nel 325. La data anche dopo non sempre coincise in tutto il mondo cristiano  ma a causa prevalentemente della difficoltà nei calcoli astronomici e non perchè si continuò ad obiettare sul metodo. La stessa controversia tra Roma e il Cristianesimo celtico sembra essere stata dovuta a queste differenze di calcolo e non al metodo.

Le divergenze tra Occidente ed Oriente si ripresentarono dopo l'introduzione in Occidente del calendario Gregoriano in ordine al fatto però che la data veniva a divergere in relazione al diverso Calendario e non in relazione a differenze di metodo che restava comunque quello di determinare la Pasqua in relazione all'equinozio di Primavera. Nel mondo ortodosso , quando negli anni '20-'30 verrà pure introdotto il Calendario Gregoriano sarà necessario continuare a calcolare la data della Pasqua secondo il Calendario Giuliano onde evitare scismi più grandi di quelli che comunque si verificarono . E' -mi pare - però semplicistico cercare esclusivamente nel cambio del calendario le motivazioni dello scisma vetero-calendarista che  è invece prevalentemente causato dal disaccordo sull'impegno ecumenico .

 

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Data creazione e successivi aggiornamenti:giugno 2005, dicembre 2008